Orta S. Giulio e la sua leggenda

Orta S. Giulio e la sua leggenda

Oggi, dopo avere visitato la scorsa settimana il Tempio Damanhur in provincia di Torino, ritorniamo in Piemonte per una piacevole e rilassante gita… Nella parte alta di questa regione, in provincia di Novara, si trova il Lago d’Orta che ha attirato la nostra attenzione grazie al piccolo comune di Orta S. Giulio e la sua leggenda…

Questo caratteristico centro abitato è costituito da due nuclei dei quali quello principale, il borgo di Orta, sorge sulla riva dell’omonimo lago proprio di fronte al secondo suggestivo nucleo situato sull’Isola di S. Giulio, che dista circa 400 metri dalla riva stessa.

Orta S. Giulio è, a nostro parere, a pieno merito considerato uno dei borghi italiani più belli ed a conferma di ciò è stato anche insignito dal Touring Club Italiano della “bandiera arancione”, titolo che identifica i piccoli comuni che fanno parte della élite turistico-ambientale italiana grazie alla accoglienza di qualità che sono in grado di offrire ai visitatori/turisti.

Una gita/vacanza al lago è già di per sé rilassante perché è sufficiente il solo osservarne le acque tranquille, nelle quali tutto si riflette perfettamente creando un effetto che “ingolosisce” tutti gli amanti della fotografia, per essere pervasi da un senso di assoluto relax e tranquillità…

Se poi a tutto ciò aggiungete anche la bellezza di un centro abitato come Orta S. Giulio, circondato anche da un alone di suggestione e mistero come solo le leggende possono fare, allora gli “ingredienti” ci sono tutti per incuriosire e spingere coloro che non lo hanno ancora visitato a farlo al più presto…

Il centro del Borgo di Orta, totalmente pedonalizzato, è costituito da una serie di pittoresche viuzze che si intersecano fra di loro. Alcune di esse conducono a quella principale che, parallela al lago, lo costeggia mettendone in risalto i colori mentre altre si inerpicano verso il Sacro Monte, una “perla” che è stata inclusa dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Infine l’Isola di S. Giulio, conosciuta anche come isola del silenzio, dominata nella sua parte centrale dal Convento delle Monache Benedettine di Clausura e sulla quale spicca, circondata dalle poche case esistenti, la Basilica di San Giulio. Suor Maria Raphaela è l’unica abilitata ad avere i contatti con l’esterno occupandosi anche delle visite guidate; ed è proprio lei che racconta della leggenda di Giulio e Giuliano, due fratelli di origine greca che giunsero nella zona. Giulio, avendo ascoltato i racconti della gente del luogo riguardanti un drago che viveva nel lago e che sistematicamente, quando aveva fame, attaccava le case ed i raccolti dei contadini divorandone il bestiame ed a volte gli stessi agricoltori, decise di intervenire… Stese il suo mantello sulla superficie del lago come se fosse una zattera ed andò ad affrontare il drago nella sua tana dove lo sconfisse grazie alla sua spada.

Una romantica leggenda oppure racconto tramandato nei secoli dagli abitanti della sponda del lago? La domanda sorgerà spontanea in tutti voi dopo avere letto quanto segue: si racconta che Suor Maria Raphaela, durante le visite guidate, conduca sul retro dell’altare solo le scolaresche dei bambini per mostrare loro la incredibile prova della veridicità della leggenda, una vertebra di drago del diametro di circa un metro custodita gelosamente nella sacrestia… Giudicate un po’ voi…

 

I L   V I D E O

 

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